Volume 1

Trattato completo di anatomia chirurgica ... / Traduzione ... dalla terza ed. francese accresciuta ... di tutto ciò che ricuarda la patologia generale.

  • Velpeau, A. (Alfred), 1795-1867
Date:
1834
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Credit: Trattato completo di anatomia chirurgica ... / Traduzione ... dalla terza ed. francese accresciuta ... di tutto ciò che ricuarda la patologia generale. Source: Wellcome Collection.

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    giona l’ atrofia degli ossi, che snaturan¬ dosi eccita la rachitide e 1’ostcoinalacia, eh’è la sede della carie, e che supplisce ai bisogni della loro cicatrizzazione dopo le fratture e le amputazioni. La porzione terrosa che vi si depone è per sè stessa totalmente inerte, c non ha vita che per suo mezzo 3 quindi essa aumenta nelle stesse proporzioni, alle differenti età del¬ la vita, ed in tutte le produzioni pura¬ mente ossee, mentre che si cangrena e si mortifica subitochè un’ alterazione qua¬ lunque viene a separamela, come scorge- si nella necrosi. 1 vasi numerosi ed esi¬ lissimi che vi si recano, essendo dapper¬ tutto a contatto della materia grezza, ed inetti al minimo movimento, permettono al sangue di fermarvisi con facilità e dare per abbeveramento al tessuto osseo una co¬ lorazione rossa molto intensa senza positi¬ vamente ammorbarlo. I cadaveri dei cole¬ rici ne offrirono a Parigi molti esempii nei i832, e tutto induce a credere che le ossa degl’ individui i quali usano della robbia divengano rosse nella stessa ma¬ niera. D’ altronde, siccome i vasi trovan- si quasi nascosti nella sostanza compatta, non si può aspettarsi di rinvenire code¬ sto coloramento fuorché nelle parti spu¬ gnose. Aderenti nella loro estensione ai tessuti solidi che li circondano, essi ten¬ dono a rimanere aperti quando si segò 1’ osso trasversalmente, e siccome vi ab¬ bondano le vene, la flebitide al pari del riassorbimento è uno degli accidenti che più si deve temere dopo le amputazioni nella continuità, e tanto maggiormente quanto gli ossi segati hanno più rilevan¬ te volume o sono meno compatti. Alcuni ossi, quelli del cranio, quelli del bacino, le vertebre, a cagion d’ esempio, merita¬ no soprattutto attenzione sotto questo ri¬ guardo, pei canali venosi che li percor¬ rono. 1 ali vasi sono di tre ordini: alcuni traversano il periostio, s’approfondano nel tessuto osseo, e vi si diramano in mo¬ do che la loro diminuzione può cagio¬ nare un’ atrofia parziale o generale, ed il loro eccesso d’ attività un’ ipertrofia, in VtU'KAü, fase. I. guisa parimenti che la loro distruzione, in un punto circoscritto non induce neccs* sanamente la necrosi. Altri formano una reticella finissima fra il periostio e 1’ os¬ so, di cui alimentano principalmente gl> strati esterni 3 per la facilità con cui si lacerano, e per la loro dipendenza dal periostio, si separano da codesta mem¬ brana per la minima suppurazione che sotto ad essi sviluppisi, e divengono pa¬ rimenti una delle più frequenti cause del¬ la necrosi. Il callo provvisorio come l’in¬ tende Dupuytren, come 1’ aveva indicato già Duhamel, e come lo descrisse uno dei primi nella sua eccellente tesi AI. Hai- me, sembra essere totalmente sottoposto alla loro influenza, mentre che il callo definitivo, la cicatrizzazione cellulosa del¬ le estremità infrante si riferisce piuttosto ai precedenti. Per la stessa ragione il la¬ vorìo della saldatura delle fratture non si rassomiglia esattamente in tutti gli os¬ si: Allorché la reticella del periostio pre¬ vale, come nella parte media delle ossa lunghe fornite d’ un largo canale midol¬ lare, il callo provvisorio presentasi coi caratteri annunziati dagli autori poco so¬ pra menzionati. Negli ossi spugnosi, in cui si mostrano più distinti i vasi di pri¬ mo ordine, le idee di Bordenave e di Bi- cliat trovano al contrario la loro appli¬ cazione, a detrimento di quelle di Du¬ puytren. Finalmente, se come Al. Gail¬ lard ne pubblicò parecchi esempii, e co¬ me vidi io stesso alla fibola, alla tibia, al raggio, al cubito, la viera ammessa dalla scuola di Dupu3'tren manca ordina¬ riamente quando la coattazione e l’im¬ mobilità dei frammenti sono con esattez¬ za conservate, ciò avviene perché il lavo¬ rìo mantenuto dal parenchima osseo coi suoi vasi proprii non essendo turbato, rende inutile quello dei vasi superfiziali. Quelli del terzo ordine spettano più par¬ ticolarmente alla midolla: un ramo prin¬ cipale li fornisce e li riceve 3 essi divi- donsi, suddividonsi, diramansi, come i va¬ si delle parti molli, ma danno pochissimo alla sostanza stessa dell’ osso, orni’ é che f arteria nutritizia potrebbe a rigore e*- 11