Trattato di osteologia / di S.E. Soemmering ; seguito da Un Trattato della meccanica degli organi della locamozione di G.E. Weber ; versione italiana di M.G. Levi.

  • Soemmering, S. E.
Date:
1882
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Credit: Trattato di osteologia / di S.E. Soemmering ; seguito da Un Trattato della meccanica degli organi della locamozione di G.E. Weber ; versione italiana di M.G. Levi. Source: Wellcome Collection.

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    queste ossa abbiano acquistata quasi tutta la loro lunghezza; il che succede verso l’età della pubertà, epoca nella quale l’estremità non sono dal corpo separate se non per un disco cartilaginoso assai tenue, il quale pure si ossifica alia fine. L’osso non rappresenta più allora che un pezzo unico, su cui non si scorge alcun vestigio del- l’antica sua divisione nò all’esterno nò internamente, e che da quel momento in poi cessa di allungarsi. V’hanno alcune lunghe ossa come sarebbe l’omero, nelle estremità delle quali si sviluppano parecchi punti di ossificazione, benché non costituiscano che una sem- plice cartilagine nel neonato. Le altre ossa miste sono nel medesimo caso. All’epoca della pubertà (1) in ambi i sessi le ossa compiute sono: la testa (manca pure talvolta il quinto dente molare), l’atlante, le ossa ioidee, le ossa del carpo e del tarso, le falangette delle dita delle mani e dpi piedi, le rotelle , le sesamoidee ed il coccige ; le ossa incompiute sono le altre sei vertebre cer- vicali le di cui apofisi non sono ancora totalmente riunite col corpo, le clavicole alla loro estremità sternale, le coste la testa delle quali mostra tuttavia una epifisi, i pezzi sternali, la scapola che ha ancora un’epifisi nel suo angolo superiore e nel suo angolo inferiore, l’omero ha ancora epifisi superiormente, mentre inferior- mente è del tutto ossificalo, tranne la sua tuberosità interna la quale anche co- stituisce una piccola epifisi ; il cubito ed il radio hanno epifisi riunite nella loro parte superiore, ma tuttavia distinte nella inferiore , le ossa metacarpiche e meta- tarsiche compiute dal lato del carpo e del tarso non lo sono dal lato delle falan- gine , compiute nella loro estremità esteriore non lo sono pure nella posterio- re, nell’osso cossale la cresta la spina e la tuberosità sciatiche formano tuttavia pezzi distaccati, il sacro lascia ancora scorger lievi vestigia della sua composizione, le vertebre dorsali e lombari sono meno avanzate che le cervicali, vi si scopre più distintamente un disco osseo in alto ed in basso sui loro corpi, ed un nocciuolo os- seo separato nell’apofisi spinosa; nel femore i due trocanteri superiormente ed i condili inferiormente sono tuttora separati, la stessa testa di quest’osso mostra segni della sua precedente separazione ; la tibia ed il peroneo hanno ancora epifisi alle loro due estremità. . Alcuni anni dopo queste due estremità sono totalmente unite al pezzo me- diano. Le parti clic si riuniscono più tardi col rimanente dell’osso sono la cresta delle ossa innominate, la punta delle apofisi spinose delle vertebre dorsali e lom- bari, c l’angolo inferiore della scapola. Le cellule midollari sono allora compiuta- mente sviluppate nel loro interno ; le ossa medesime divengono più grosse nel loro circuito, sporgono maggiormente le loro punte, si scavano di più i loro solchi, per- chè si depone materia ossea sui lati dei vasi e dei nervi; finalmente esse diventano in- teramente terrose. Ma come si è già detto più non aumenta la loro lunghezza. A tal epoca sembrano esse aver la maggiore solidità e forza. Dai venticinque ai quaranta o cinquant’ anni non mutano sensibilmente le ossa; solo s’ingrandiscono i seni frontali, i denti si logorano giornalmente (i), le tuberosità gli orli i solchi delle larghe ossa divengono più rilevali, le lunghe ossa prendono forma più angolosa, e la superficie delle ossa corte si copre d’inegua- glianze. (t) Onesto avviene generalmente, ina non sempre per nliro. Così, a ragion d’esem- pio, il pezzo interno dello si orno offre il più delle volte un punto d’ossifirazione sin da prima elio il fanciullo sia giunto al termine della sua perfetta maturità, mentre ancora non ne racchiude talvolta all’età di venti anni. (2) Procuaska, Annotai, acad., fase. I, ultima tavola.