Le case di lavoro per gli storpî, paralitici e mutilati : rapporto presentato al IV Congresso internazionale d'assistenza pubblica e privata, Milano, 23-27 maggio 1906 / Riccardo Galeazzi.

  • Galeazzi, Riccardo, 1866-1952.
Date:
1906
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Credit: Le case di lavoro per gli storpî, paralitici e mutilati : rapporto presentato al IV Congresso internazionale d'assistenza pubblica e privata, Milano, 23-27 maggio 1906 / Riccardo Galeazzi. Source: Wellcome Collection.

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    uuo dei più valorosi apostoli di questa forma di assistenza, il pastore Knudsen; e vennero in seguito la Svezia e Norvegia con cinque Istituti (Slockho’m, Gotheborg, Christiania, Helsingborg) e la Finlandia con un notevole Istituto ad Helsingfor. lino sviluppo a83a) meno rilevante assunse questa provvida e razio- nale assistenza in Inghilterra, dove sono tre soli Istituti congeneri (Crip- plcs nome and industriai school for girla, Darmonth’s home, Cripples Nui'so:y: London). In America si è fondato a Boston il primo Istituto professionale degli storpi nel 1897 ed il suo meraviglioso sviluppo ha portato in 7 anni ad essere capace di cento letti ed i risultati che già si sono ottenuti da quanto risulta dai rendiconti annuali, sono veramente ottimi. Ma l’opera più grandiosa che siasi iniziata a beneficio di questi in- felici sta per essere inaugurata a Filadelfia col “ Widener Memorial in- dustriai training school for crippled children È quella una istituzione fondata sulle basi più larghe possibili, senza distinzione di sesso, di religione o colore ed in essa sono riparti separati per l’educazione intellettuale, l’istruzioae professionale ed industriale, la con- valescenza, con tutti i mezzi più adatti a fare di questi infelici utili membri della umana società. In tutte le nazioni latine si può dire che l’idea non ha avuto al- cuna applicazione (Francia, Spagna, Italia), ovvero rimase allo stato di semplice tentativo (Svizzera). È superfluo ricercare quale sorte abbiano in questi paesi gli storpi ed i mutilati. Essi vengono naturalmente ancora raggruppati nella ca- tegoria degli inabili al lavoro. Ora se noi vogliamo sottrarre da questo gruppo i vecchi, i ciechi, i sordomuti, i deficienti ed i dementi, a cui in gran parte provvede la società con altre forme di soccorso, risulta evidente che gli storpi danno il massimo contingente di questi disgraziati, che sono attualmente a ca- rico della società. So si considera poi che l’obbligo dell’assistenza agli inabili al la- voro costituisce uno dei problemi die maggiormente gravano sull’umanità e che reclamano una pronta ed efficace soluzione, risulta evidente quale immenso interesse debba avere lo studio dei mezzi per liberarla, almeno parzialmente, da questo peso, del cui continuo aumento giustamente tutte io nazioni sono vivamente preoccupate. In Italia, come in Francia, come in Spagna, ecc., ben raramente si schiude a questi infelici un ricovero di mendicità od un asilo di incu- rabili, dopo infinite pratiche di burocrazia, diretta a ricercare se nella lista dei contribuenti non sia iscritto qualche congiunto, che per legge sia tenuto a provvedere ai suoi alimenti. Esaurite le pratiche per l’am- missione al ricovero, sorge poi la questione finanziaria relativa al re- gresso della spesa verso il Comune d’origine o di residenza o verso quegli enti che debbono reintegrare le spese di chi accoglie l’inabile. Óra'qui risulta stridente il confronto con altri infelici che furono per lungo tempo considerati inabili al lavoro. Abbiamo in Italia, secondo le statistiche ufficiali, 22.000 ciechi e 15.000 sordomuti : questi godono del beneficio di 44 Istituti professio- nali ed 1 ciechi ne hanno 18, mentre non esiste finora una sola scuola per gli storpi; ondo è logico domandarsi per quali ragioni l’Italia debba colle altre nazioni latine stare alla coda degli anglosassoni nel provve- dere a questi disgraziati. Veramente il legislatore italiano riformando nel 1890 gli ordina-