Lezioni sulla malaria / Giovanni Battista Grassi.

  • Grassi, B. (Giovanni Battista), 1854-1925.
Date:
1927
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Credit: Lezioni sulla malaria / Giovanni Battista Grassi. Source: Wellcome Collection.

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    un processo anafilattico (fenomeno d’ipersensibilità). Comunque sia, si può ritenere come certo che da noi non si sviluppa mai senza esser preceduta da infezione malarica e per lo più si accompagna alla Lave- rania. Il parassita può mancare, benché si riscontri di frequente nelle prime ore dell’accesso febbrile. Certamente esiste una forma di emoglobinuria che insorge in coin¬ cidenza colla somministrazione del chinino fatta anche soltanto per pervenire le recidive; in questa forma i sali di chinino determinano evidentemente l’attacco emoglobinurico. Dopo la somministrazione di essi infatti sopravvengono tremore, brivido intenso, ambascia dolorosa, dolori nelle membra e nelle regioni lombari, nausea, vomito di materie tinte di bile, cefalea intensa e vengono emesse urine rosse o nerastre. L’attacco dura da 24 a 48 ore e lascia l’infermo anemico, itterico e grandemente prostrato. Se si sospende la somministrazione di chinino può subentrare la guarigione come in alcuni casi, senza che si somministri altro chinino l’esito può esser letale. * * * Conviene qui intercalare alcune altre notizie mediche importanti in pratica. Non è il caso di entrare in particolari sui sintomi delle febbri malariche. Tutti sanno che nell’accesso malarico ordinario (delle per¬ niciose ho già parlato) in generale, si distinguono tre fasi che si suc¬ cedono l’una all’altra, caratterizzate quella iniziale da brividi intensi e prolungati, quella intermedia da forte calore e quella finale da su¬ dore profuso. Hella maggior parte dei casi alla febbre si associa mai di testa, mancanza di appetito, spesso vertigini, non molto di rado epistassi, raramente albumina nelle urine. Molte volte in seguito ad un accesso febbrile si affaccia l’erpete alle labbra, o anche alle orecchie e al viso, non di rado appena finito l’accesso febbrile l’ammalato si sente bene, ha appetito, mangia e digerisce benissimo. Conviene fin d’ora aggiungere che quando si manifestano sintomi perniciosi, si deve al più presto ricorrere al medico e non curarsi da se stessi come si può fare negli altri casi, se il medico non è vicino. Si tenga però presente che l’altezza della temperatura non è affatto un sintomo pernicioso, come crede il volgo; nella quartana come anche nella terzana primaverile, detta anche mite, la temperatura di 41°C. viene frequentemente superata di qualche decimo.