Nove casi di chirurgia cerebrale (epilessia) / A. d'Antona.

  • Antona, Antonino d'
Date:
1894
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Credit: Nove casi di chirurgia cerebrale (epilessia) / A. d'Antona. Source: Wellcome Collection.

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    Trapanato l’osso e incisa la dura madre si scovre la sostanza cerebrale di apparenza normale. La stimolazione elettrica sulla sostanza cerebrale dà alla chiusura del circuito con- trazioni dell’arto superiore e dei muscoli mimici di sinistra. La sera del giorno 21 convul- sione generale. Il 29 altra convulsione. Egli va divenendo sempre più carattere inquieto, irritabile. Se- guono sino al 7 marzo 1892 altre convulsioni. In vista delle rilevanti alterazioni psichiche, cui il paziente va incontro, il giorno 7 marzo si procede ad una doppia trapanazione sulle regioni frontali. Nella prima, a destra, il centro del disco osseo che si asporta, corrisponde a 5 centimetri e mezzo innanzi la verticale bi-au- ricolare. Si scollano delle aderenze della faccia inferiore della dura. Eguale procedimento a sinistra. Il giorno 8 lieve convulsione. Il giorno 15 guarito completamente delle operazioni subite, viene licenziato. Abbiamo saputo che le alterazioni psichiche e le convulsioni continuarono. Dopo alcune settimane egli si ammalò d’influenza, dopo la quale il suo stato peggiorò notevolmente. Adesso egli è ricoverato nel manicomio di San Francesco di Sales. 4\ Festa Campanile Nicola, da Trani, di anni 21, studente, entrato nella Clinica Cardarelli il 2 dicembre 1891. Nulla nel gentilizio. Anamnesi remota negativa. Racconta che tre anni prima ricevette un calcio da un cavallo nella regione frontale destra. Vi fu frattura dell’osso, complicata a ferita delle parti molli. La ferita rimase aperta per oltre un anno; da essa venivano fuori di tratto in tratto, spontaneamente, dei piccoli frammenti ossei. Guarito della ferita, egli cominciò a star bene per altri 14-15 mesi e volle ritornare a scuola. Un bel mattino, mentre disponevasi ad uscire, fu improvvisamente colto da convulsioni. Da quel tempo in poi gli attacchi convulsivi si resero piu frequenti e piu intensi (sino a 2.3 al giorno). Alle convulsioni poi si aggiunsero dei brevi accessi maniaci. In Clinica le convulsioni si sono ripetute frequentemente, con perdita completa della co- scienza. Esse incominciano sempre dal lato destro per diffondersi a tutto il corpo. Dopo la con- vulsione egli giace come sopito, quasi comatoso, e dopo ciò è ben di sovente invaso da un vero furore maniaco. Spesso è stato necessario usare la camicia di forza. Sulla regione frontale destra spicca una cicatrice abbastanza larga e profonda. Questa cicatrice, che ha direzione longitudinale, leggermente divergente in fuori, nel suo estremo superiore è larga due centimetri e mezzo. L’estremo inferiore tocca la parte media del margine sopraorbitale, e dista due centimetri e mezzo della linea mediana della glabella. Un centimetro in alto di questo estremo inferiore la cicatrice s’infossa in una fovea profonda digitata che può contenere il polpastrello del dito indice di un adulto. Ai margini laterali di questa fovea si sentono due margini ossei che la limitano. Cercando d’infossare il dito tra il bulbo oculare e la parete superiore dell’orbita, pare che tanto nel margine orbitale superiore che nella volta dell’orbita in corrispondenza della cicatrice, esista una depressione lineare, come residuo di una frattura antica. Il giorno 18 febbraio è operato. Incisione dei tessuti molli profonda sino all’osso parellelamente ed infuori del cordone di cicatrice cutanea verticale, per l’estensione di 5 centimetri, Incisione parallela al margine sopraorbitale, in corrispondenza del sopraciglio per centi- metri 4; altra incisione parallela a quest’ultima e della stessa estensione in sopra, sulla gobba frontale. Vengono cosi limitati due lembi rettangolari, a doppii battenti, laterali, che aderiscono aH’osso sottostante e dal quale si distaccano a fatica. Allontanando i lembi si ri- scontra nel fondo una perdita della sostanza dell’osso, ovoidale, lunga un mezzo centimetro, larga un centimetro, la quale è colmata da una membrana sottile di un rosso-fosco, che so- stituisce qui la sostanza ossea mancante, sotto la quale si sente la molle sostanza cerebrale. Con lo scalpello si asportano i margini della perdita di sostanza ossea, e s’allarga la breccia; e cosi si scovre la dura madre, aderente all’aracnoide e trasformate insieme in una lamina di fitto tessuto fibroso cicatriziale, che viene asportato insieme alla sostanza cor- ticale sottoposta, appartenente ad una delle circonvoluzioni frontali. Ispezionando il margine superiore della perdita di sostanza ossea, si nota nel mezzo di esso una linea cicatriziale, un po’ esuberante, che univa due frammenti fratturali dell’osso. Col raschiatoio e con la leva.