Le prime farmacopee italiane ed in particolare dei ricettari fiorentini / A. Corradi.

  • Corradi, Alfonso, 1833-1892.
Date:
1887
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Credit: Le prime farmacopee italiane ed in particolare dei ricettari fiorentini / A. Corradi. Source: Wellcome Collection.

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    non pure il vantaggio particolare, ma premio e retribuzione grande appresso a Dio. Divisa l’opera in tre libri, nel l.° che riguarda la parte gene- rale direbbesì della farmacia, è detto della bottega dello spe- ziale e dei libri ctTesso deve tenervi (Dottrina l.a e 2.a) : quella aveva da essere in sito così posta da poter conservare tutte le cose semplici e composte, lontana dal vento, dalla polvere, dal sole» dall’umidità e dal fumo. Ed i libri che lo speziale doveva avere alla mano per potere provvedersi debitamente de’medicamenti, per prepararli e spedirne le ricette erano, oltre que’medesimi, che avevano servito di guida alla compilazione del Ricettario, alcuni altri : uno semplicista, chome è Symon Genovese , le Pandette, il quarto del Servitore (i). Veniva quindi indicato mese per mese (1) Intendi Simone da Cordo, o Simone genovese, medico di Niccolò IV dal 1288 al 1292; la cui Clavis sanationis, stampata più volte nel se- colo XV, è una specie di Dizionario botanico compilato su gli autori greci ed arabi, non che da informazioni ch’egli da ogni parte, ex toto mundo, procacciavasi. — Le Pandette sono il Liber Pandectarum com- poste da Matteo Selvatico nel 1317 e dedicato al Re Roberto di Napoli, o, come s’intitolava di Sicilia; compilazione di materia medica per ordine alfabetico più ampia della Clavis di Simone, ma di merito infe- riore: del resto le due opere spesso si trovano più che riunite fuse in- sieme in parecchie edizioni del quattrocento ed anche del secolo XVI (Venezia, 1498, 1499. Pavia, 1508, ecc.). — Il Liber Servitoris, seu liber de preparatione simplicium, attribuito ad Albucasis, della cui opera Altasrìf {Liber theoricae necnon practicae) sarebbe il 28.°, venne tra- dotto in latino da Simone Genovese e da Abramo Giudeo, quindi stam- pato la prima volta da sò a Venezia nel 1471, ed appresso più volte in fine alle opere di Mesue, di seguito all’Antidotario di Niccolò, come ad esempio nell’edizione di Venezia del 1484: Incipit liber Servitoris liber XXVIII Bulchasin Benàberagerin ; translatus a Simone ianuensi interprete Abraam iudeo tortuosiensi. Ma al libro venne dato un titolo che non gli spettava, come appare dal Proemio al libro medesimo: Dixit Aggregator huius operis. Postquam collegi librimi lume magnum in medicinis compositis qui est liber magni momenti, quam nominavi librum servitorem, et compievi libros suos omnes secundum volunta- tem meam ; inveni in multis medicinis compositis libri huius medi- cinas multas simplices que indigeni preparatane ante horam neces- sitata magne earum; quemadmodum succos exprimere, et medicinas comburere et conficere aliquas ex eis, discernere quae ex eis bona sunt, et quae non bona, et alia secundum hanc formam. Praediligitur aggregare omne quodest necessarium in hoc secundum rememorationem