Volume 1

Collectio Salernitana : ossia documenti inediti, e trattati di medicina appartenenti alla scuola medica Salernitana / raccolti ed illustrati da G.E.T. Henschel, C. Daremberg, e S. de Renzi ; premessa la storia della scuola, e pubblicati a cura di Salvatore de Renzi.

Date:
1852-1859

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ed alla dignità di quella Scuola, veniva ammesso non solo in tutta l’Europa, ma ancora nell’Asia, comesi vedrà. Origlia che riferisce essere stato il Collegio medico in Napoli fon- dato con Decreto di Giovanna II del dì 18 Agosto 1430 , non dis- sentiscecho più antico sia quello di Salerno, e sembra dubitare che per Napoli un ordinamento a forma di Collegio almeno per la me- dicina lesse esistilo anteriormente a Ladislao. Comunque sia è un fatto che prima del 1430 , gli esami si ordinavano dal Gran Can- celliere, e le Patenti di esercizio si rilasciavano in nome del Ke. Ma e certo d altra parte che un Collegio di Medicina esisteva anche in Napoli anteiiormentc al 1430, avendo io trovato nel nostro Gran- de Archivio un Diploma del 1423, col quale Salvatore Calenda era nominato 1 riore del Collegio di medicina in luogo di Giovanni Pe- sce defunto ( Reg. 1423 pag. 7 ). E difatto leggendo il Decreto stesso agevolmente si vedrà clic il Collegio esisteva prima, echeal- lora a petizione del Gran Cancelliere e de* Professori fu novellamen- te ordinato. Ecco le parole del decreto che a ciò si riferiscono : Qui nobis instantissime supplicarunt, ut Collegium arthrn et medici- nae doclorum, quod alias in dieta civilate ( Neapoli) a noslris prae- decessoribus illuslribus Sicìliae Regibus ordinalum vigni t, re formare, creare, atque melius ordinare. Dal Decreto di Giovanna II riportalo dal Tappia (1) si rileva co- me si è detto ripetutamente, che il Priore del Collegio di Napoli era un Salernitano, cioè Salvatore Calenda. Porse lo stesso Salva- tore Calenda era Priore anche del Collegio di Salerno; ma non mi e suscito di conoscere i nomi dei medici che componevano il Col- legio di Salerno.Mazza (2) infanto ha pubblicato le forme che sole- Aansi tenere nel conferimento delle Lauree, secondo alcune specie di regole determinate di accordo fra la Citià di Salerno e la Scuola. Queste regole furono segnate in una specie di regolamento,cui si diè nome diCrtpj/o/i,scritti probabilmente intorno a questo tempo o poco dopo SiffatUCapitoh sono spesso citati nelle diverse cause che ebbero a sostenere ì Salernitani presso ì Tribunali di Napoli,ed ora ne viene trascritto un articolo , ora un altro per modo che io avea potuto raccoglierne cosi il maggior numero. Ma esaminando nel Grande Archivio ( Al 4. Uffizio Acta Ong. % Voi. I. 8i. 4399$ , pag 40 d alcuni processi che riguardavano competenze de’membridel- a m° Megio ippocratico con alcuni che o pretendevano esservi ammessi , ovvero che ne contrastavano le attribuzioni , ne trova una copia intera, legale, perchè depositata presso le Autorità, e Qr- niàlJ uà Anionellus Rogenus Prior, Hieronimus de Puleara, Andrea- nus Jrofinus , Gabriel Grisignanus, Franciscus Alfanus , Nicolaus Rogerms Vincenlius Rogenus , Metellus Grillus , i quali compo- nevano il Collegio verso il 1550. Ma alquanto dopo ricevei dal Ca- nonico laesano altra copia de’ Capitoli, firmata da Paolo de Gra- (2) Uri* TT* /' L* 2> rub' 2 3* Dc effe. Mag Caacet. {*) Urb. bulcrmt. lustor. etaatiqu, Q
nita Priore, Giovanni del Giudice, Pietro d’Ismiraldi, e l Antonio Manganano; il che fece aperto che i Capitoli erano molto più an- tichi, e se ne ripeteva il giuramento ad ogni nuova elezione di Prio- re o di Collegiale. E per vero ogni volta che i capitoli sono citati nelle scritture del secolo XVI sono chiamati antichi, e spesso si di- ce essere stati concessi «6 immemorabili, inoltre Paolo de Granita co’ suoi Colleglli ha dovuto vivere verso la metà del secolo XV , o poco dopo : imperocché ne’Catasti de’ fuochi di Salerno ne’ primi anni dopo il 1500 , esistenti nel Regio Archivio , non si trova vi- vente alcuno di loro, e solo vi si trova un Matteo de Granita co’figli Tommaso, Luigi, Giovanni e Giacomo ed un Giovanni Antonio Des- rairaldis. Anche supponendo che Pietro de Granita e compagni fos- sero morti da poco , si arriva sempre non più tardi del 14S0. Ora costoro non sono gli autori de’ capitoli ; ma li giurano come com- ponenti del Collegio; e però essi debbono essere stati scritti molto prima, e probabilmente nel Regno di Giovanna li, nel qual tempo si pensò a riordinare siffatte istituzioni, come si fece anche per Na- poli. Antonio Mazza erudito e scrittore delle cose Salernitane, il quale fu Priore di quel Collegio nell’anno 1685, mentre ne cita e trascri- ve alcuni articoli nella causa che ebbe a sostenere in quell’ anno presso il Collateral Consiglio col Collegiale Domenico Goda , che gli negava la facoltà di sostituire un altro in luogo suo nel conferimen- to delle lauree, tuttavia nella sua storia Urbis Salernitanaehistor. et anliquit. si contenta di riferire,come si è detto, solo compendiosa- mente tali capitoli. E neppure Giuseppe Mogavero , che raccolse i privilegii della Scuola , ebbe cura di pubblicarli. Laonde sarà bene che a compimento di queste Storie io qui perla prima volta pub- blichi la Gopia estratta dal Regio Archivio. Capitala et Constilationes Collegi/ et Sludij in Arlibus et Medicina sunt infrascripla, videlicet. » I. In primis Doctores de Collegio in qualibet facultate possint esseX., et non ultra, etunoillorum praemortuo, alius in gradu an- tiquiori succedat, itaque tantum decemhabeant sortem solutioms: alij vero sint supernumerarij, et nihil haboant, nisi tantum chiro- tecas; Intrent in examen non approbando, nec reprobando. ,, 2. Item, quodPrior sitille, qui antiquior est in gradu iinus facultatis, et antiquior in Collegio ; quo mortilo illius antiquior in gradu succedat in Prioratus officio usque in finenti vitae- « 3. Item in actu doctorandi talis ordo teneatur yidohcet.Quod Doclorandus prius suam inteutionem proponat Priori, eini e convocet omnes Doctores de Collegio loco secreto, e eis propona si ille debeat admitti in examine, ita vel ne, et n'j1.1 mTÙi vota decreverit, ita exequatur, ita tamen quod nufius possitadmitt ad Dodo rato m, nisi fuerit de legilimo matrimonio natus, vel aPrii cipe legitiinatus.
« 4. Item, quod nullus civis admictalur inexamen in dicto Col- legio, nisi prius publice disputaverit et p:iblice legerit in nostro Salernitano studio, vel in aliquo generali studio per sex menses continue ad minus in facultate in qua doctorari intendit ; de qui- bus lectura et disputatane constet nostro Collegio cuni Juramento Doctorum Collegij, si ille Civis satisfecit dicto Capitolo, ita vel ne. » 5. Item, si maior pars Collegij decreverit ipsum in examine fore admittendum, sequenti die convocatis doctoribus et scholari- bus repraesentet ipsum unus Doctor Priori, in sedile ipsius Prio- ris, et suus Praescntator loquatur Priori, petens ab eo illi declo- rando debere tradi puncta, super quae examinari debeat ; Ipse ve- ro Prior dicat duobus doctoribus de Collegio secundum quod sibi \idetur, ut Doctorando tradantur puncta tali ordine servato, vide- licet quod Doctores illi aperiant librum, et videant in quo loco sibi ■valeant tradere puncta, et liceat eis volvere ante vel retro paginam unam, et limitare locum usque ad quem legere debeant; Praesen- tibus Judice, Notario de Collegio, et testibus, et eodem die depo- sitet pecuniam inferius ordinandara ad libitum Doctorum ». « 6. Item sequenti die post data puncta Doctorandus debet in- gredi examen rigorosum hoc modo videlicct, quod Doctores cum scholaribus vadant ad domum doctorandi, et ipsum recipiant in me- dio duorum Doctorum ; et una cum predictis se conferant ad locum cxaminis videlicet ad Cappellani S. Tetri ad Curtim, vel ad Cap- pellani S. Calharinae, campana pulsante, et ipsis introeuntibus ces- set campana a sua pulsatione. ■ 7- Ite™> quod tantum Prior, et Doctores de Collegio, et No- tarius Collegij, et Bidellus ingrediantur dictum examen, et non scbolares, et iste ordo servetur, postquam ingressi sunt in Cap- pella ». « 8. Item ne fiat confusio in dicto examine, Doctores lectis le- ctionibus per Doctorandum, et in praedictis punctis habeant argue- re centra puncta assumpta hoc modo videlicet quod Junior incipiat arguere, et sic procedant secundum ordinem usque ad Priorem , itaque liceat cuilibetDoctori contra quemlibet puncturo Tacere duo argumcnta et ultra ; proquolibet argumento Tacere duas instantias; suus vero Praesentator assistat cum eo in banca, deTendens eum in singulis obiectionibus. « 9. Itera Tacto examine per omnes Doctores Notorius Collegi una cum Bidello recipiant bussolam clausam, in qua unusquisque Doctor ponat Tabam unam nigram, vel albani ; et post pubblice an- te omnes Doctores operialur bussola : et si plurcsfabae albae,quam n.grae inveniantur in ea, transeat in Doctoratum : si vero plures mgrae Tuennt, non transeet : quod si fuerint aequales stetur cum parte cum qua concurrit Prior. « 10. Itera, quod nullus Doctor, vel Doctorandus advena , vel alieni gena audeat, nec praesumat esse de Collegio Salernitano ni- »! tuerit contmuus civis, et contili uus habitator inter mania Ci vi-
tatis Salerni, et quod ad minus habitaverit per annos viginti in di- eta Civitate Salerni. « 11. Itera, si contigerit aliquem civem doctorari extra Civita- tem Salerni, et velit intrare Collegium completo decenti ordinario- rum Uoctorum de Collegio, sit supernumerarius, recipiatur in Col- legio ab omnibus vel a majori parte Doctorum per osculum pacis: itaque diclus Doctor volens ingredi Collegium teneatur dare cui- libet Doctori de Collegio numerario birettum unum de grana ad chirotecam,tam si erit intra Civitatem, quam si fuerit extra Civi- tatem et par unum chirotecarura cum latio deaurato per quem- libet, aliis vero Doctoribus supernumerariis teneaìur dare par u- num chirotecarum cum latio deaurato prò quolibet : itaque dictus doctor volens ingredi Collegium prò quolibet gradu sui Doctoratus teneatur dare dicium birettum cuilibet Doclori de Collegio ut su- pra, verum si eontingerit aliquem Civem doctorari extra Civitatem Salerni, quod non possit aliquo modo esse deCollegio ejusdem Stu- dii, Artium, et Medicinaein dieta Civitate Salerni, nec aggregari in numero illorum qui deberent esse de dicto Collegio, nisi prius pu- blice legeritin ea facultate in qua Doctoratum accepit per annum, et non aliter. « 12. Item, quod insigni» Doctoratus debeant dari solum a Priore, vel ab alio qui Priori placuerit cum sua tamen licentia in Ecclesia S. Mattbaei, vel alibi publice ad efectionem doctorum hoc modo, videlicet cui Prior doctorando tradat insignia Doctoratus, videlicet librum clausum et apertura, anulum, coronam ex lauro et hederaconfeclam, osculum pacis, etpaternarn benedictionem ; prius tamen insurgat Doctorandus, et reassumet conclusiones suorum punctorum ; et duo scolares sibi arguant, ipse vero Doctorandus tantum replicet: demum pelet insignia, quibus acceptis, si sibi pla- cuerit, t'aciut orationem. « 13. Item, quod Doctorandus prò quolibet gradu solvat duca- tos viginti quatuor, et tali modo dividantur, quod Prior habeat par- lem duplem, alij vero Doctores liabeant par tem aequalem eis con- tingentem, praesentator ultra sortem suam habeat ducatum unum. « l i. Item, quod Praesenlatur eligatur ad voluntatem Docto- randi, ita tamen quod si doetorabilur in Medicina, Praesentator debeat esse unus de ordinariis legenlibus in dieta Medicina, si ve- ro doclorabitur in Philosophia eligatur ad sui doctorandi petitio- nem, sive electus legat, sive non. « 15. Item, eontingerit, quod aliquis Doctor Collegii fuerit ob quameumque causam extra Civitatem Salerni per dietam videlicet per milliaria viginti quatuor, et aliquis fuerit doctorandus , quod notificetur domui ejus.et habeat termiuum triumdierum, compu- tandum a die notiGeationis, ut veniat ; et si non venent alij Do- ctores possint illuni esaminare, et doctorare, et si luerit ultra die- tam videlicet prò railiaribus viginti quatuor, quod lune non tenean- tur uotiGcaie,sed possint illum doctorare ut supra,et qui non lue-
rit in examine niliil liaLeat ; et si quis defecerit in punctis, dimi- nuatur tertia pars eius salarij, et similitersi defecerit in publica, diminuatur tertia pars eius salarij, et hoc intelligatur absque ju- sta causa. „ io. Item, quod quilibet Doctoratus in hac Civitate tam ci vis quam alienigena iuret observare conslitutiones hujus Collegij, et nunquam in aliquo casu eis contradicere. « 17. Itera, si contingerit aliquem esse reprobatum a dicto Col- legio, quod medietas dictae depositatae pecuniae acquiratur dictis Doctoribus prò eorum labore dividenda inler eos modo praedicto, et alia medietas restituatur eidem reprobato. « 18. Item, quod Prior habeatunum birettum ad petitionem ejus, et chirotecas deauratas cum latio deaurato, Magistri vero, scholares et Girurgici habeant chirotecas sine latio, ita tamen, quod praedicti sint Cives. « 19. Item, quod Doctorandus cuiuscumque facultatis possit, si voluerit, dare chirotecas in dicto actu, et Magistris in sacra Pa- gina, et omnibus aliis scholaribus et quibuscumque voluerit. « 20. Item, quod Notarius una cum Judice prò suo salario ha- beat chirotecas , et ducatum unum prò quolibet gradu , et quod non possit petere ultra prò salario eorum, et in dicto actufaciant privilegium in carta pergamena, cum sigillo Collegij, ad eorum expensas. « 21. Item, quod puncta medicinalia dentur in libro tegni, vel prime fen primi libri Avicennae, in Theorica, in Practica aliud in lib. Aphoris. in artibus autem unum in libro phisicorum ; et aliud in libro posteriorum analilicorum. Da’ Capitoli del Collegio precedentemente riportato , si rileva che il modo di esaminare i Candidati e di dare loro solennemente la laurea dottorale eraridotto a norme fisse e convenzionali, sia in questi tempi, sia ancora posteriormente. E questa norma non sem- bra essere stata diversa da quelle tenute dalla Scuola in tempimol- to più antichi , soprattutto ove pongasi in esame le poche cose ri- cordate da Egidio di Corbeil, nell' indicare il rito che si tenne per Giovanni Castalio , quando fu laureato sotto la Presidenza di Mu- sandino. 11 giuramento che facevasi prestare in que’tempi antichi a coloro che ricevevano la Laurea dottorale sarebbe stato impor- tante a conoscersi in tutta la sua forma; ma non mi ò riuscito pos- sibile di trovarlo; e solo dalle poche frase conservate da Mazza (!), e raccolte anche da Ackerman (2) si rilevano alcuni importanti pre- cetti. Esso è stato in queste parole compendiato dal Mazzo : Ne almo Collegio conlradical, falsa ac mendacia non doccal, a panpen- lus nec oblulam mercedem recipiat , suis languentibus Poenitenliae Sacramcntum mandet , cum Aromatario nullam inhoncstam habeat (i) Uri». Saler- hist. et nnliq. Ex Gracvioet Tom. IX. (aj IU'£imen Sanitat, Salerò. Sterni, 1790 pag. 74.