Volume 2

Trattato di chimica / di J.J. Berzelius ; tradotto a Parigi per A.J.L. Jourdan [vol. I, pt. II-vol. IV by Me. Esslinger] sui manoscritti inediti dell'autore e sull'ultima edizione tedesca; recato in italiano da F. du Pré.

  • Berzelius, Jöns Jakob, friherre, 1779-1848.
Date:
1830-1834
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Credit: Trattato di chimica / di J.J. Berzelius ; tradotto a Parigi per A.J.L. Jourdan [vol. I, pt. II-vol. IV by Me. Esslinger] sui manoscritti inediti dell'autore e sull'ultima edizione tedesca; recato in italiano da F. du Pré. Source: Wellcome Collection.

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    P* J OSSIDI D OIIO. co nell’ acqua, digerire la soluzione con leggerissimo eccesso di magnesia; l’ossido aurico si precipita combinato colla magnesia, ed una piccola quantità ne resta nel liquido allo stato di aurato ma- gnesico. Lavasi bene il precipitato coll5 acqua, finché questa non sì colori più in giallo aggiungendovi deiracido idroclorico*, poi si fa di- gerire la combinazione coll’acido nitrico, il quale discioglie la ma- gnesia, nonché qualche vestigio di ossido aurico, ma lascia la mag- gior parte di questo senza disciorlo. Impiegandosi F acido nitri» co diluito, ottiensi un òssido chiaro, giallo-rossastro, eh’ è un z- drato aurìco; adoprandosi Y acido concentrato, F ossido é anidro, nero o bruno carico. Invece di magnesia, si può anche adoperare l’ossido zinchico. Se vuoisi precipitare il cloruro aurico con un al- cali, è necessaro aggiungerne meno che non ne occorre alla satu- razione del cloro. Ottiensi così dopo alcune ore o in minor tempo, se il miscuglio si è fatto a caldo,un precipitato giallo chiaro, riguar- datosi per lungo tempo come un sottomuriato aurico, dal quale po- tevasi estrarre il cloruro d’oro lavandolo con acqua bollente. Se le dissoluzioni sono concentrate, e si adoprino calde, ottiensi l’ossido anidro di color carico. L’ossido precipitato da un alcali, ne ritiene^ e bisogna spogliamelo coll5 acido nitrico. L5 idrato aurico devesi a- sciugare senza il soccorso del calore, e fornisce una massa di un bru- no castagna, la cui spezzatura è vetrosa. Diseccandolo a 4» 100 gradi, si restringe prontamente, perde la sua acqua, diviene nero, e si ripristina in parte. Nel primo caso, disciogliesi senza residuo nell’acido idroclorico; nel secondo resta dell5 oro non disciolto. Conservando per lungo tempo l’ossido aurico, anche all’oscuro, si ri- copre poco a pocod’una brillante pellicola d’oro; il quale effetto pro- ducesi rapidamente allorché si espone ai raggi solari, od anche sol- tanto alla luce del giorno. Riscaldato fino al rosso nascente, si decom- pone, svolge dell’ossigeno, e rimane F oro. Fummo per lungo tempo nell’incertezza sulla natura chimica dell’ossido aurico. Un lavoro in-