Volume 1

Manuale dell'igienista as uso di ufficiali sanitari, medici circondariali e provinciali, ingegneri, chimici e veterinari igienisti, uffici e labiratori d'igiene / per...Angelo Celli[and others].

  • Celli, Angelo, 1857-1914.
Date:
1911-1912
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Licence: Attribution-NonCommercial 4.0 International (CC BY-NC 4.0)

Credit: Manuale dell'igienista as uso di ufficiali sanitari, medici circondariali e provinciali, ingegneri, chimici e veterinari igienisti, uffici e labiratori d'igiene / per...Angelo Celli[and others]. Source: Wellcome Collection.

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    Qualora poi si voglia conoscere l'ingrandimento di un dato sistema oculo-obbietti vale e si possegga un micrometro obbiettivo, si può giun- gervi servendosi di quell'apparecchio, detto camera lucida, il quale serve a disegnare gli oggetti che si guardano al microscopio. A tal uopo, si mette a foco il micrometro obbiettivo e si applica all'oculare la camera lucida, poi si disegnano sulla carta le divisioni che si vedono nel campo microscopico e si misura la distanza tra una divisione e l'altra. Se per es. ogni divisione misura io mm., vuol dire che ogni divisione del micrometro obbiettivo, che è di un centesimo di milli- metro, è stata ingrandita i X io X loo, cioè looo volte. In alcuni microscopi, e precisamente in quelli di Zeiss, è ancora pos- sibile applicare al tavolino portoggetti il così detto micrometro a vite, col quale, senza bisogno di altri apparecchi, si può conoscere la grandezza dell'oggetto che si osserva: lo strumento però è alquanto complicato e molto costoso. Oltre l'ingrandimento è utile conoscere, nella pratica, il così detto valore ottico del microscopio, mediante il quale si può sapere fino a che limite di grandezza, con un dato sistema oculo-obbiettivale, si possono distinguere gli oggetti l'uno dall'altro in un dato campo microscopico. Il procedimento più alla mano è quello di Harting. Si prende una reti- cella metallica a maglie strette, si attacca in un modo qualunque al portadiaframmi, si mette sul tavolino portoggetti un preparato di acqua gommata sbattuta in maniera da contenere molte bollicine di aria e si mette a foco una bollicina. Osservata subito in essa l'imagine di un quadratello della reticella composto di un certo numero di maglie, si applica il micrometro oculare, e si comincia ad abbassare il portadia- frammi e quindi la reticella sino a che i fili di essa siano distinguibili nella bolla di aria. Conoscendo il valore micrometrico dell'obbiettivo, si calcola allora il valore apparente di tutto il quadratello: se, per es., misurerà i p, di lato e conterrà io maglie, ogni maglia verrà ad avere un decimo di [x di lato, e ciò vorrà dire che il sistema di lenti potrà far vedere distinti gli oggetti sinché distano fra di loro un decimo di [x. Misurazione degli oggetti che si osservano al microscopio. — Gli oggetti che si osservano al microscopio si misurano mediante il cosiddetto micrometro oculare, rappresentato da una lastrina di vetro in cui 10 mm. sono divisi in loo parti. Questa lastrina si colloca con la parte segnata rivolta in basso sopra o sotto il diaframma che sta tra la lente oculare e la lente collettiva, ossia nel posto preciso dove si forma l'immagine reale, e la si mette a foco alzando o abbassando opportunamente la lente oculare. Posto poi a foco l'oggetto di cui si vogliono conoscere le dimensioni, si conta il numero delle divisioni del micrometro oculare che comprendono l'immagine microscopica e si mol- tiplicano queste ultime per il valore delle divisioni micrometriche con quel dato obbiettivo, valore che trovasi segnato nella tavola degli in-