Osservazioni sul regime dietetico dei malati chirurgici / di Giuseppe Sansone Gamgee.

  • Gamgee, Sampson, 1828-1886.
Date:
1854
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Credit: Osservazioni sul regime dietetico dei malati chirurgici / di Giuseppe Sansone Gamgee. Source: Wellcome Collection.

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    -li- gia sono avvenuti. — In questi casi sembra che la febbre possa ri- ijuardarsi conio un acceleramento di alcune dell^ forze vitali do- vuto a uno sforzo dell'economia per rimettere in pari 1'equilibrio disturbalo per effetto della malattia locale; veduta teoretica ap- poggiata dal fatto, che quando mediante regime tonico si aumenta la forza generale, spariscono i sintomi di febbre, si ristabilisce r equilibrio delle funzioni, e la malattia locale di pari passo progre- disce verso la guarigione. Non bisogna lasciarsi illudere dal detto dell' infermo che non ha appetito, nel credere che non vi sia bi- sogno di vitto. Nella discussione suscitata, nel seno dell'Accade- mia di Medicina di Parigi, sopra le ferite d'armi da fuoco avve- nute nella rivoluzione del 1848, il Prof. Velpeau disse che egli co- mincia a dare il vitto ai suoi operati quando hanno fame. Con tutto il rispetto dovuto a quel grand' uomo mi faccio debito di osservare, che seguendo quella norma i maiali moriranno non rare volte per mancanza di vitto. Non é forse l'inappetenza uno degli effetti della debolezza? e non è egli accaduto ad ognuno quando avendo fame non ha avuto da mangiare, di sentirsi fiacco e a poco a poco la fame sparire; ma quando più tardi si è messo a tavola e ha principato a mangiare, l'appetito è ritornato, e quello che sedendosi alla mensa credeva non potere inlaccare il lesso appena lascia i bricioli del deserre; cosa si direbbe d'un medico che chia- malo a soccorrere una persona moribonda per inanizione decidesse aspettare a somministrare alimento finché si lagnasse d'aver fame; e pure chi eseguisse implicitamente il dello del Velpeau sarebbe in queslo caso. Non bisogna dimenticarsi che la fame, lo stimolo air ingorimenlo degli alimenti, ha bi.sogno per esser sentita di uno sialo normale delle funzioni digestive, e che è annientala dal di- stuilx) (li quesle funzioni in più o in meno: 1'appetito è allribulo dell' uomo sano, e un uomo malato può aver bisogno di nulrimcnlo, e per effello della medesima causa, — la malattia — non esser ra- pace di sentir fame. Forse quando il Prof. Velpeau emise l'espres- sione in queslione, egli pensava, come prima facie sembra giusto pensare, e he finché comparisce la fame non havvi bisogno di villo, la nalura avendo ordinala la fame a servire come indicatpre a(i- lomalo e sicuro del bisogno tU alimento; questo è vero, —ma nello stalo di .salute — solamente; dal fisiologico al patologico, a priori non si può predicare; in falli si osservi, come sopra ho ac- rennaln, che oltre un rtalo limite la fame (iimiiiuisre coli'annienio