Le scienze biologiche e la chirurgia : discorso inaugurale / del dott. Antonino d'Antona.

  • Antona, Antonino d'
Date:
1885
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Credit: Le scienze biologiche e la chirurgia : discorso inaugurale / del dott. Antonino d'Antona. Source: Wellcome Collection.

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    L’idea d’escidere un’incipienle ulcera sifilitica, di rimuovere un dente ed un conseguente linfoma scrofoloso, od una milza leucemica, d’estirpare un rene tubercolotico, o un'osso con infiltrazione caseosa, non è che l’applicazione e l’affermazione del principio delle loca- lizzazioni morbose nell’organismo. Così i morbi detti generali e co- stituzionali si riducono ogni giorno dippiù. Il loro vago concetto cede il posto ad una alterazione locale dei tessuti ed organi. Tutta la dermatologia s’è ribattezzata a quel principio delle localizzazioni. Ma l’Anatomia Patologica avendo pure tutto questo potere di scru- tare tanto addentro nell’intimo delle individualità morbose, sino a rilevarci e farci intendere abbastanza bene la somma delle loro particolarità costituzionali, nulla di meno essa non era nel caso, nè possedeva i mezzi per iscovrire, intendere e rivelarci la vera rela- zione e successione di tutti i minimi atti intimi dello svolgimento del processo morboso, dai suoi prirnordii alla sua finale evoluzione. In altri termini, se l’Anatomia Patologica come la normale hanno potuto e possono sempre farci progredire nelle conoscenze della co- stituzione dei tessuti e organi sani o morbosamente alterati, la scienza di ciò che possiamo chiamare la vita del morbo, o dei tes- suti malati, non potea venirci che dalla scienza della vita normale : in una parola dalle scienze biologiche; e più precipuamente dalla Embriogenesi, eh’è la scienza biologica per eccellenza, Signori, se la proposizione che, cioè, PEmbriogenesi sia la scienza fondamen- tale , alla quale vanno dovuti i nostri reali progressi moderni , vi sembra un po’ ardita, ve ne dirò altra più avanzata ancora. Il nostro progresso avvenire, progresso altamente scientifico, non dovrà con- tare, perchè non potrà derivare che dal progresso delle scienze bio- logiche in genere, e precipuamente dell’ Embriogenesi generale. Non vi dirò parola, o Signori, della parte che PEmbriogenesi può avere avuto, e potrà avere sull’Ontogenesi e sulle dottrine di Dar- win. Tanto meno vorrò occuparmi di quella grande dottrina, secondo la quale 1’embriogenési umana non sarebbe che una ripetizione ab- breviata, e ridotta allo svolgimento breve di nove mesi, di tutta quella serie di trasformazioni miglioratrici, che coll’andare dei secoli e dei secoli, collo svolgersi di migliaia e migliaia di generazioni , parte per eredità, parte per selezione ed accomodamenti, ecc. si sono com- piute nella costituzione di quel primitivo essere inferiore, che fu la manifestazione prima della vita sotto la forma di semplice pro- toplasma, come nelle monere, e poi unicellulare, come neH’ameba. Ma di questi argomenti voi avrete inteso in altri luoghi e d’altri uomini di me più competenti. Per ora qui vogliamo occuparci di qualche cosa più concreta, che valga a raffermare in voi, o Egregi giovani, la persuasione, come i veri dell’Embriogenesi si siano tra- dotti in fecondi veri di Chirurgia. In realtà ho esitato molto pria d’assumer mi questo compito ; im- perocché mi fiaccava il dubbio di mancare rotondamente allo scopo. Chi, parlando ad un publico nuovo o miscredente, volesse con un discorso, per abile e fortunato che fosse , dimostrare i frutti che la stampa, l’elettrico, il vapore, la libertà han portato alla civiltà e felicità umana, riuscirebbe a nient'altro che ad impicciolire la por- tata del fatto stesso. Non dissimile da quella mi è parsa la mia posizione dirimpetto a voi nella prova che vado a farvi, a titolo di