A sempre maggior conferma dei miei principii nel campo delle nevropsicopatie femminili d'origine genitale : e in altri campi.

  • Bossi, L.M., Prof.
Date:
1914
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Credit: A sempre maggior conferma dei miei principii nel campo delle nevropsicopatie femminili d'origine genitale : e in altri campi. Source: Wellcome Collection.

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    La Maria Orecchia fu internata nel Manicomio di Quarto il 3 ottobre 1908 a insaputa del marito, che, giunto a casa alla sera, per cenare, più non la trovò e fu avvertito poi dell’ accaduto da una lavandaia del Mani- comio stesso, che casualmente 1’ aveva veduta. Recatosi al Manicomio per vederla non gli fu permesso e gli si disse di presentarsi nei g orni di visita t per nulla fu interrogato sulle condizioni di sua moglie. Avendo protestato perchè voleva sua moglie a casa, fu invitato dal Direttore a presentare regolare domanda al Procuratore del Re. Presentò tale domanda, ma la Direzione in data 2 novembre 1908 rispon- deva al Procuratore del Re che non si poteva dimettere perchè pericolosa a sè e agli altri. Sempre dietro consiglio della Direzione, presentò altre tre domande per ritirare la moglie e cioè una qualche mese dopo, una nel marzo 1909 ed una alla fine del 1911 a mezzo dell’avv. Viale c sempre furono respinte per la stessa ragione. Si giunse così al febbraio 1912 in cui il marito, in seguito al caso Soci, a me si presentò, piangendo e supplicandomi di aiutarlo in tale opera di liberazione e dandomi particolari tali (fra essi la sterilità) da indurmi a ritenerla affetta da lesioni genitali. Dopo vari tentativi vani, compresi che non vi era altra via per toglierla dal manicomio che dichiararmi personalmente responsabile e tale dichiara- zione legale feci e mandai a mezzo del marito al Procuratore del Re di allora Crisafulli, il quale provocò subito un decreto del Tribunale per il quale la Direzione del Manicomio era obbligata a permettere 1’ uscita dal Manicomio della Orecchia per entrare nella mia Clinica, il che avveniva il 3 marzo 1912. Dal Manicomio passò alla Clinica Ginecologica Universitaria, ma io, dopo una settimana, non riscontrandola punto dannosa nè a sè, nè agli altri, la inviavo alla sua casa col marito ad Apparizione. La Orecchia era così rimasta nel Manicomio di Quarto tre anni e mezzo ed io in una pubblicazione che stampai molti mesi dopo che essa si trovava libera a casa sua, senza alcun pericolo nè danno per sè, nè per gli altri, esponevo il caso per dimostrare il pericolo ché ojfre per < gni cittadino Pat- inale sistema manicomiale e concludevo con la seguente dichiarazione f » Ogni commento guasterebbe. Basti solo ricordare che in questi anni nei quali con tanta tenacia venne dalla Direzione del Manicomio di Quarto dei Mille impedita la liberazione della Maria Orecchia, il Manicomio stesso conteneva circa 1400 pazzi invece dei seicento di cui è capace, e i medici protestavano contro tale affollamento e attribuivano a questo tutti i gravi fatti che vi si avveravano ». Considerazione altrettanto semplice quanto logica e che presupponeva la domanda : « Se io non mi prendevo la briga di toglierla dal Manicomio, provocando un decreto del Tribunale sotto la mia personale responsabilità, quando mai sarebbe uscita quella infelice ? per quanto tempo ancora il marito, i parenti si sarebbero agitati invano per liberarla? ». Considerazione, ripeto, semplice e logica, e che risponde ad una prova, dirò, sperimentale, fatta a mio rischio e pericolo, di quanto in Consiglio Provinciale più volte aft'ermai, che cioè i manicomi sono pletorici, minano le finanze delle Provincie, perchè vi hanno più ricoverati di quanti ve ne doTrebae essere, die occorre modificar legge, regolamento, sistema, che ne- cessita ridurre i manicomi a policlìnici^ ore i cultori delle varie branche della medicina possano intervenire, controllane e curare. La indiretta affermazione che la Orecchia è pazza sarebbe la risposta, ma dal giorno della liberazione (3 marzo 1912Ì a oggi sono passati orm.ai due anoi e la brava donna trovasi sempre a casa libera, buona, laboriosa e utile al marito e ai parenti, tanto che le fu dato di raccogliere il seguente plebiscito di affetto e di stima :