Le funeste conseguenze di un pregiudizio popolare : memorie storiche / di Emilio Bufardeci.
- Bufardeci, Emilio, 1816-1899.
- Date:
- 1868
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Credit: Le funeste conseguenze di un pregiudizio popolare : memorie storiche / di Emilio Bufardeci. Source: Wellcome Collection.
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![Cini ritorna dalle Gallie sopra Roma, e vi commette quei famosi eccidi per cui fu chiamato flageìlum Bei (1). E perciò che c'imbattiamo i]i questa mescolanza di luce e di tenebre, e non troviamo giammai ammutito nelle vetuste storie lo eloquio degli auguri e delle sibille. Siamo interamente d'accordo con coloro che credono necessaria al popolo una religione; ma non crediamo che essa debba servire di puntello al dispotismo, o di mezzo per ingannare i credenti. Gli antichi popoli si valevano di quest'arma per raggiungere l'uno e l'altro scopo. Ora i tempi sono mutati; ma non per questo non ci sono tuttavia errori da combattere. Allora si credeva che i numi si placassero, anzi si rendessero propizi sacrificando sull'alta^re della patria vittime umane (2) ; ora si crede un santo dovere istigare i po- poli all'anarchia, s|)ingerli al brigantaggio, corrom- perli con inique seduzioni. Allora la voce di una (1) BoTTALLE, Storia del medio evo, voi. i. (2) Gelone, il cui nome ridesta alla memoria la grandezza dell'an- tica Siracusa, dopo la celebre battaglia di Imera, forse unica nella storia, dove fu sconfitta la poderosa armata Cartaginese composta di 300,000 fanti e di 5000 legni comandati da Amilcare, imposo ai vinti l'umanissimo patto di non più sagrifìcare vittime umane, ed egli volle essere generoso nelle altre condizioni col nemico, perchè conseguisse questo sublime scopo umanitario. In quei tempi in cui il sacrificio delle umane creature costituiva una religione, quel so- lenne patto fu uno sprazzo di luce in mezzo a tante tenebre. Ora la storia lo ricorda con un sorriso di gratitudine ; eppure, se sin d'al- lora la società avesse progredito, secondo l'impulso di questo grande concetto, probabilmente non si vedrebbero vendere i popoli come gli armenti. Almeno allora si sagrifìcavano gli esseri in omaggio agli Dei, ora si mercanteggiano i popoli per l'ambizione degli uomini ; la sola dif- ferenza sta che nel primo caso era compromessa la vita naturale, nel secondo la vita civile. Teodorico I, che visse nel iv secolo dell'era volgare, cioè otto secoli dopo Gelone, abolì il collegio degli auguri creato sin dai primi tempi di Roma. Quella istituzione era incompatibile conia crescente influenza del cristianesimo, e nei suoi efietti fu un altro lento passo verso la civiltà.](https://iiif.wellcomecollection.org/image/b21044375_0035.jp2/full/800%2C/0/default.jpg)